conferenza di Federico Rampini, parlando dello sviluppo econimico della Cina e dell'India (Cindia)...
c'è qualcosa di inesorabile in quello che sta succedendo, ci dobbiamo rassegnare a non avere più il primato mondiale dell'economia, non siamo più i padroni del destino del pianeta.
tuc-tuc indiani
domenica 22 giugno 2008
venerdì 16 maggio 2008
pensieri aperti
tempo fà sapevo metter in parole le emozioni
oggi son più brava a scriver relazioni sulla vita della gente
più capace di razionalizzare l'irrazionabile
ma spesso mi fermo
tace il tutto intorno
un'immagine che torna dall'aldilà
aldilà del pianeta
.......................................
biciclette in mezzo al traffico caotico
uomini con gli occhi rossi e spalancati per il troppo fumo
mucche a passseggio per la città
bambini nudi sui marciapiedi all'inbrunire
e quella donna con in braccio un bimbo con le sole nutandine indosso
a cui ho dato, con le lacrime che stavano per uscire dagli occhi,
non so più se dieci dollari
per poi correre tra il traffico
con mille pensieri su cosa e giusto e cosa no
di nuovo nel mio albergo da occidentale
cosa è giusto e cosa no
quel'è il limite
quella donna mi ha sorriso
voleva dirmi thank you, ma non le ho dato tempo
non volevo sentirmi dire grazie
volevo liberarmi di quei soldi,
tra le mie mani pulite da occidentale mi bruciavano e mi facevano sentire in colpa
..................................................................................
spesso ho malinconia
soprattutto di quella sera,
perchè poi non ho dormito
troppo caos le feste indiane del quartiere
e alle 4 ho presto il taxi per l'aereoporto
senza aver dormito nulla
pronta a ritornare di qua
sul taxi alle 4 di mattina
con già la nebbia da inquinamento
e qualche mucca per strada
spesso ora mi si rimanda che sono troppo tollerante
soprattutto dietro la mia stupida scrivania da dipendente pubblico
e io invece sono felice di non pensare più con la mente di prima
pronta a pensare
che il figlio di uno spacciatore è pur sempre un bravo genitore
come il figlio di una puttana
forse meglio del figlio di un dirigente
che si spara la cocaina in una villa biellese
e non riesco a moderarmi,
al massimo posso tacere
ma gli occhi parlano da sè
come gli occhi della povera indiana senza scarpe e il seno fuori per una strada di Madras
Madras, città del Tamil Nadu
India del Sud
Sud del mondo
oggi son più brava a scriver relazioni sulla vita della gente
più capace di razionalizzare l'irrazionabile
ma spesso mi fermo
tace il tutto intorno
un'immagine che torna dall'aldilà
aldilà del pianeta
.......................................
biciclette in mezzo al traffico caotico
uomini con gli occhi rossi e spalancati per il troppo fumo
mucche a passseggio per la città
bambini nudi sui marciapiedi all'inbrunire
e quella donna con in braccio un bimbo con le sole nutandine indosso
a cui ho dato, con le lacrime che stavano per uscire dagli occhi,
non so più se dieci dollari
per poi correre tra il traffico
con mille pensieri su cosa e giusto e cosa no
di nuovo nel mio albergo da occidentale
cosa è giusto e cosa no
quel'è il limite
quella donna mi ha sorriso
voleva dirmi thank you, ma non le ho dato tempo
non volevo sentirmi dire grazie
volevo liberarmi di quei soldi,
tra le mie mani pulite da occidentale mi bruciavano e mi facevano sentire in colpa
..................................................................................
spesso ho malinconia
soprattutto di quella sera,
perchè poi non ho dormito
troppo caos le feste indiane del quartiere
e alle 4 ho presto il taxi per l'aereoporto
senza aver dormito nulla
pronta a ritornare di qua
sul taxi alle 4 di mattina
con già la nebbia da inquinamento
e qualche mucca per strada
spesso ora mi si rimanda che sono troppo tollerante
soprattutto dietro la mia stupida scrivania da dipendente pubblico
e io invece sono felice di non pensare più con la mente di prima
pronta a pensare
che il figlio di uno spacciatore è pur sempre un bravo genitore
come il figlio di una puttana
forse meglio del figlio di un dirigente
che si spara la cocaina in una villa biellese
e non riesco a moderarmi,
al massimo posso tacere
ma gli occhi parlano da sè
come gli occhi della povera indiana senza scarpe e il seno fuori per una strada di Madras
Madras, città del Tamil Nadu
India del Sud
Sud del mondo
sabato 22 marzo 2008
vite semplici, vite complesse
Non so se si può avere la presunzione di considerarsi in qualche modo più sensibili e complessi della maggioranza delle persone che ci vive intorno, ma io è così che mi sento, volente o nolente. Anche se un bravo terapeura sapesse spiegarmi le radici remote di questo mio modo di sentirmi, credo che non cambierebbe molto il mio stato d'animo. Si nasce così, o si diventa per eventi della vita...ma il risultato non cambia.
Provo spesso invidia per chi riesce a godere di quello che ha, senza proporsi prospettive altre, altre strade da percorrere, altri posti dove andare, altre strade del cuore da scoprire. Questa per me è una sorta di saggezza, ma mi riesce credo 100 giorni all'anno, non di più. La restante parte del tempo lo passo a chidermi cosa c'è aldilà delle colonne d'ercole, metafora di tutto ciò che accende la mia inquietudine e curiosità, e che mette in moto prima lo sprito e poi il corpo verso quel qualcosa.
Giorni fà ero su un treno roma-milano, alle 830 di mattina. Tutti stanchi e assonnati, io sentivo di nuovo il mondo muoversi dentro e intorno a me, e mi sentivo felice. Questa sensazione la provo ogni volta che prendo un mezzo di comunicazione che esca dalla cittadella provinciale in cui vivo, ogni volta che leggo un bel libro, che vedo una bella fotografia, che sento un bel racconto di vita. Tutto ciò parla a quella parte di me che mi sussurra: a 32 anni non può essere tutta qui la tua vita...vai oltre....vai oltre conservando quello che di bello hai seminato e raccolto fino a qui, ma vai oltre...
Ogni tanto mi sento fortunata ad avere questi richiami, altre volte mi sento disperata, perchè si sente un pò di solitudine, ma poi mi dico che questo è il prezzo da pagare per andare oltre le colonne d'ercole....allora mi metto il solito zaino metaforico in spalla, riapro le porte del cuore e della mente, e si riparte...per un nuovo viaggio, cercando, perseguendo quello strano equilibrio tra saggezza e inquietudine, amandole entrambe...
Provo spesso invidia per chi riesce a godere di quello che ha, senza proporsi prospettive altre, altre strade da percorrere, altri posti dove andare, altre strade del cuore da scoprire. Questa per me è una sorta di saggezza, ma mi riesce credo 100 giorni all'anno, non di più. La restante parte del tempo lo passo a chidermi cosa c'è aldilà delle colonne d'ercole, metafora di tutto ciò che accende la mia inquietudine e curiosità, e che mette in moto prima lo sprito e poi il corpo verso quel qualcosa.
Giorni fà ero su un treno roma-milano, alle 830 di mattina. Tutti stanchi e assonnati, io sentivo di nuovo il mondo muoversi dentro e intorno a me, e mi sentivo felice. Questa sensazione la provo ogni volta che prendo un mezzo di comunicazione che esca dalla cittadella provinciale in cui vivo, ogni volta che leggo un bel libro, che vedo una bella fotografia, che sento un bel racconto di vita. Tutto ciò parla a quella parte di me che mi sussurra: a 32 anni non può essere tutta qui la tua vita...vai oltre....vai oltre conservando quello che di bello hai seminato e raccolto fino a qui, ma vai oltre...
Ogni tanto mi sento fortunata ad avere questi richiami, altre volte mi sento disperata, perchè si sente un pò di solitudine, ma poi mi dico che questo è il prezzo da pagare per andare oltre le colonne d'ercole....allora mi metto il solito zaino metaforico in spalla, riapro le porte del cuore e della mente, e si riparte...per un nuovo viaggio, cercando, perseguendo quello strano equilibrio tra saggezza e inquietudine, amandole entrambe...
lunedì 25 febbraio 2008
malinconia indiana...
si rischia di essere etichettati come fricchettoni quando si dice di avere malinconia per l'india..."anche tu vittima del fascino indiano?", mi sento chiedere...ebbene sì, anch'io vittima di questo mondo così magico e sapiente nella sua povertà.
mi sveglo alla mattina e lo penso...poi mi faccio il caffè della mattina, inizio a pensare a tutte le occupazioni spesso poco piacevoli che mi aspettano...e mi intristisco un pò perchè mi sembra tutto così superfluo in confronto all'essenziale che ho visto e vissuto là.
ma sono brava, ho sempre più la faccia della perfetta adattata al sistema, tengo questa faccia per non farmi porre domande assurde...
bella l'india, con la sua povertà, il suo disordine, la sua sporcizia, le sue ingiustizie...carica, stracarica però di senso della vita...
mi sveglo alla mattina e lo penso...poi mi faccio il caffè della mattina, inizio a pensare a tutte le occupazioni spesso poco piacevoli che mi aspettano...e mi intristisco un pò perchè mi sembra tutto così superfluo in confronto all'essenziale che ho visto e vissuto là.
ma sono brava, ho sempre più la faccia della perfetta adattata al sistema, tengo questa faccia per non farmi porre domande assurde...
bella l'india, con la sua povertà, il suo disordine, la sua sporcizia, le sue ingiustizie...carica, stracarica però di senso della vita...
martedì 5 febbraio 2008
sabato 2 febbraio 2008
INCREDIBILE INDIA
rientro ieri notte. ancora molto stordimento dal lungo viaggio e dal fuso. ma gia' riemergono mille emozioni e pensieri che questa india, quale cassa di risonanza, ha fatto esplodere dentro me.
ho visto l'altro mondo, viaggiando per 3 settimane su pulman, taxi, treni, tuc-tuc indiani, guidati da uomini senza scarpe ma pieni di sorrisi.
sara' uno di quei viaggi che faro' fatica a smaltire, tanto sono numerose le cose viste, le emozioni vissute, gli sgardi incrociati, la passione provata per questa terra.
di base c'e' la gioia di essere tra quei fortunati che osano togliersi i pesanti vestiti del mondo occidentale, indossare per settimane la solita maglietta e il solito paio di jeans, e immergersi in un altro mondo, rimandendo pur sempre occidentali. ma che bello confondersi con i loro sgardi, la loro serenita', la loro poverta', il loro disordine, la loro pacatezza, la loro follia, i sorrisi, la gioia....
incredibile india, terra di profondissime contraddizioni, con gente che vive e muore per strada e palazzi ipermoderni, il tutto il un apparente equilibrio che sembra funzionare.
agli occhi di un occidentale tutto cio' sembra impossibile, a tratti folle, e invece loro, un miliardo di persone, che credono che ovunque ci sia Dio, ci lasceranno indietro, pieni di voglia di fare e strafare, e continuare a sorridere, anche se hanno solo un paio di infradito o forse neppure quello, con cui camminare e camminare verso un futuro che immaginano e ricercano migliore.
e noi sulle nostre macchine perfette...
la percezione camminando in una citta' indiana e' che l'occidente verra' fagocitato da questo sistema cosi' dinamico, e la smettera' di pensare volente o nolente che noi siamo il centro del mondo ed e' il nostro sistema quello a cui i paesi piu' poveri devono direzionarsi...invece loro ne stanno inventanto uno diverso, pieno di contraddizioni, ma diverso....e noi a guardare....
il loro caos creativo e collaborativo mi e' piaciuto tanto, lontano dalle stantie regole perbeniste di convivenza dell'occidente, dove non si capisce come ma tutti corrono freneticamente sorridendosi l'un l'altro, spontaneamente,e pregando Dio in tutte le manifestazioni del creato, a tutte le ore del giorno e della notte, allegri e chiassosi e vivaci.
INCREDIBILE INDIA
ho visto l'altro mondo, viaggiando per 3 settimane su pulman, taxi, treni, tuc-tuc indiani, guidati da uomini senza scarpe ma pieni di sorrisi.
sara' uno di quei viaggi che faro' fatica a smaltire, tanto sono numerose le cose viste, le emozioni vissute, gli sgardi incrociati, la passione provata per questa terra.
di base c'e' la gioia di essere tra quei fortunati che osano togliersi i pesanti vestiti del mondo occidentale, indossare per settimane la solita maglietta e il solito paio di jeans, e immergersi in un altro mondo, rimandendo pur sempre occidentali. ma che bello confondersi con i loro sgardi, la loro serenita', la loro poverta', il loro disordine, la loro pacatezza, la loro follia, i sorrisi, la gioia....
incredibile india, terra di profondissime contraddizioni, con gente che vive e muore per strada e palazzi ipermoderni, il tutto il un apparente equilibrio che sembra funzionare.
agli occhi di un occidentale tutto cio' sembra impossibile, a tratti folle, e invece loro, un miliardo di persone, che credono che ovunque ci sia Dio, ci lasceranno indietro, pieni di voglia di fare e strafare, e continuare a sorridere, anche se hanno solo un paio di infradito o forse neppure quello, con cui camminare e camminare verso un futuro che immaginano e ricercano migliore.
e noi sulle nostre macchine perfette...
la percezione camminando in una citta' indiana e' che l'occidente verra' fagocitato da questo sistema cosi' dinamico, e la smettera' di pensare volente o nolente che noi siamo il centro del mondo ed e' il nostro sistema quello a cui i paesi piu' poveri devono direzionarsi...invece loro ne stanno inventanto uno diverso, pieno di contraddizioni, ma diverso....e noi a guardare....
il loro caos creativo e collaborativo mi e' piaciuto tanto, lontano dalle stantie regole perbeniste di convivenza dell'occidente, dove non si capisce come ma tutti corrono freneticamente sorridendosi l'un l'altro, spontaneamente,e pregando Dio in tutte le manifestazioni del creato, a tutte le ore del giorno e della notte, allegri e chiassosi e vivaci.
INCREDIBILE INDIA
domenica 25 novembre 2007
INDIA
partenza 13 gennaio, india del sud, profondo sud. aereo e prima notte. ritorno primo di febbraio.
non vedo l'ora, non vedo l'ora. mi sembra, come tutte le volte, un sogno che si realizza. lontana dall'occidente, sprofondare in un altra società, probabilmente piena di contraddizioni e follie. ma io ne ho bisogno, ne ho bisogno più dell'aria che respiro. questa società spesso mi toglie il fiato. e non è retorica. è semplicemente un qualcosa che mi succede.
e poi chissà, ogn viaggio e l'inizio di una trasformazione. anche questa sembra retorica, ma come poter cambiare qui tra tutti queste regole e costrizioni?
non vedo l'ora, non vedo l'ora. mi sembra, come tutte le volte, un sogno che si realizza. lontana dall'occidente, sprofondare in un altra società, probabilmente piena di contraddizioni e follie. ma io ne ho bisogno, ne ho bisogno più dell'aria che respiro. questa società spesso mi toglie il fiato. e non è retorica. è semplicemente un qualcosa che mi succede.
e poi chissà, ogn viaggio e l'inizio di una trasformazione. anche questa sembra retorica, ma come poter cambiare qui tra tutti queste regole e costrizioni?
equilibrio instabile, come sempre, tra voglia di pacatezza e passione, passione per il cambiamento e la trasformazione.
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